....Speranza nostra ...
La vita di San Vincenzo Ferreri, nostro protettore, trova la sua giusta
dimensione di eccezionalità e prodigiosità se inserita nella particolare epoca in cui
visse.
Egli si trovò ad operare negli anni compresi tra la fine del medio evo e gli inizi
dell'umanesimo. Un periodo, questo, travagliato per le rivalità tra impero e papato,
scosso dalla divisione dei cattolici, che provocò il grande scisma d'occidente con la
Chiesa divisa tra papa e antipapa.
Proprio in questo contesto si inserisce l'intensa opera di predicazione e di
riconciliazione realizzata da San Vincenzo e culminata nel 1416 con un grande contributo
alla soluzione del grave problema dello scisma.
Egli nacque il 23 gennaio 1350 a Valenza in Spagna da don Guglielmo Ferreri e da donna
Costanza Miguel. Fu chiamato Vincenzo in onore di S. Vincenzo Martire (alcune sue reliquie
sono custodite in una piccola urna nella nostra Chiesa di Santa Maria Assunta) festeggiato
a Valenza proprio il 22 gennaio giorno del suo martirio.
Manifestò subito una forte propensione per la preghiera e la mortificazione.
Dotato di straordinaria intelligenza, compì rapidamente e con grande profitto gli studi.
A diciotto anni decise di abbracciare la vita religiosa e scelse l'ordine dei Domenicani,
detti frati predicatori, per realizzare al meglio il suo ideale apostolico: predicare la
parola di Dio in ogni angolo della terra.
Entrò a far parte dell'ordine il 6 febbraio 1368 e indossò l'abito che lo ritrae nelle
immagini più conosciute: tonaca e scapolare bianchi, cappa e cappuccio neri.
Trascorse la sua vita passando di terra in terra, predicando nelle piazze, nelle Chiese e
nei campi davanti a plebei, semplici, nobili e scienziati e ricorrendo a miracoli per
convertire i peccatori, salvare dai pericoli, risuscitare i morti, comandare la natura e
guarire gli ammalati.
Nel 1395 dopo la visione in sogno di Gesù Cristo accompagnato da una schiera di Angeli
improntò la sua predicazione sulla dottrina che riguarda il destino umano: cioè la
morte, il giudizio individuale e quello universale. Attività questa che gli guadagnò il
nome di angelo dell'apocalisse.
Morì all'età di settanta anni il 5 aprile 1419 a Vannes (Francia), nella cui Cattedrale
sono conservate alcune reliquie, altre furono portate a Valenza città in cui era nato.
Non si conosce con esattezza il periodo in cui S. Vincenzo Ferreri venne proclamato
Patrono di Pietrabbondante.
La tradizione popolare fa risalire le origini della cappella dedicata a San Vincenzo
Ferreri in località "Raguso" in unepoca compresa tra la fine del 1600 e
già gli inizio del 1700, in quel periodo, nella zona suddetta furono costruite
numerose abitazione, per cui molti allevatori di buoi si trasferirono in quei posti. Ci si
accorse che un bue invece di seguire gli altri se ne stava solo, sotto lombra
di una quercia secolare. Fu legato ad una catena per restare insieme agli altri, ma il bue
la spezzo e tornò sotto la quercia.
Il bovaro lo seguì e guardando tra i rami notò un quadro raffigurante San Vincenzo
Ferreri.
Si gridò al miracolo e il quadro fu portato in solenne processione nella Chiesa madre di Pietrabbondante.
Qualche settima dopo, però, il quadro venne ritrovato di nuovo appeso ad un ramo della
stessa quercia. Fu deciso allora di abbattere la quercia e costruire una piccola cappella
nella quale venne posta una statua raffigurante San Vincenzo Ferreri che che però fu
distrutta nel corso dell'incendio dei 1858. La testa di questa statua è conservata nella
Chiesa parrocchiale. Quella che noi attualmente veneriamo è una imitazione della prima,
fatta in legno di sorbo da autore ignoto, scolpita quasi certamente nella seconda metà
dei secolo scorso. E alta 2 metri e con il basamento pesa più di due quintali. A
poche decine di metri sorgeva labitazione degli eremiti di San Vincenzo. Questi si
occupavano dei beni posseduti posseduti dalla cappella e donati dai fedeli.
Lamore della nostra gente per San Vincenzo Ferreri è sconfinato, basta guardare i
volti e ascoltare le voci dei pietrabbondantesi quando accompagnano la statua del Santo
Protettore nella solenne processione del 4 agosto. E
il più grande atto di devozione che cerchiamo di offrire al nostro san Vincenzo.La
statua, illuminata, viene portata a spalla della cappella fino al paese seguita da
numerosi fedeli che offrono al Santo la loro fatica.Allimbrunire la statua raggiunge
il paese dove trova una moltitudine di gente che la accoglie tra il bagliore di tante
fiaccolate. La processione dopo aver attraversato il paese giunge in Chiesa dove la
statua, deposta su un piano, viene salutata da uno scrosciante applauso e dalle note del
caro "San Vincenzo Speranza nostra". La
seconda domenica di ottobre è usanza del paese riportare il santo patrono San Vincenzo
Ferreri nellomonima chiesa di campagna dopo due mesi trascorsi nella chiesa di Santa
Maria Assunta in Pietrabbondante. E tradizione riportare il santo a spalla con una
"processione" di "devoti" preceduta da una banda musicale. La strada
percorsa è la stessa del 4 agosto.
LE PROCESSIONI DI UNA VOLTA
Fuochi pirotecnici in onore di San Vincenzo ai tempi della ferrovia
Esterno della chiesetta di San Vincenzo in località di Racuso.
Interno della chiesetta di San Vincenzo in località di Racuso.